venerdì, novembre 24, 2006

Due giorni fa la sera c'erano i treni della mia linea bloccati, ho bestemmiato in turco per una serata intera poichè per tornare a casa ho dovuto fare i numeri e lasciare mia moglie mangiare da sola.
Poi ho saputo che il motivo del ritardo è stato che una persona si è buttata sotto un treno a Legnano.
Da quel momento ho taciuto, non è stato più importante per me avere subito dei disagi, ho pensato a quella persona disgraziata che ha deciso di finire la sua vita, probabilmente sopraffatta dal disagio di questa società infame che non ti perdona se rubi una caramella ma ti premia se rubi un castello di diamanti.
La mattina solitamente tengo su le cuffie ascolto la mia musica per non sentire il vocio e le parole della gente che mi sta intorno durante il viaggio, non mi interessa sentire i discorsi di nessuno ma stamattina non le avevo e subito sono stato punito.
Una ragazza accanto a me, tipica faccia da medio-borghese bacchettona e intollerante che parla con la sua amica del fatto di due giorni fa lamentandosi del ritardo e annuendo al fatto della persona dicendo "Ma non si sarebbe potuto buttare alla mattina verso le 11?".
Per un istante ho pensato di spingerla in mezzo alle rotaie poi dentro di me ho pensato e ho agito, non ho reagito e la mia azione è stata quella di ignorarla e di lasciarla vivere a lungo la sua vita da medioborghesebacchettonaintollerante, in questo modo si farà del male da sola.
C'è più gusto.

mercoledì, novembre 22, 2006

Cambiano i tempi e le modalità, la vita è in continua evoluzione, la mia soprattutto, ma le belle sensazioni resistono sempre e non mutano mai.
Prima la mattina era gioia immensa vedere alzarsi la mia bambolina dal letto e venire in cucina da me ed aggrapparsi al mio corpo, ora invece la mattina prima di uscire vado a salutarla nel letto, lei ancora in dormiveglia non parla neanche, mugola qualcosina e si stropiccia il nasino sul mio viso, intanto che io la bacio teneramente.
In ogni situazione si deve sempre trovare il tenero che essa ci può regalare.
Sempre.

domenica, novembre 19, 2006

Ore 19 di questa domenica grigia e senza auto.
Mi sto preparando insieme a mia moglie per andare a cena da l Maiale e la Sy nonostante abbia un sonno boia eh si, questo fine settimana l'ho passato ad imbiancare il bagno maledetto ma finalmente è finito porcavacca, manca solo la porta!
E domani si riparte da Milano...già mi vedo domani mattina svegliarmi 15 minuti prima di uscire (altro che colazione di prima), vestirmi, una sciacquatina alla faccia (ma non troppo che mi da fastistio) e poi via verso l'avventura, 15 minuti a piedi, arriverò in stazione ed attenderò il treno, quando (e dico quando) arriverà forza in carrozza 30 minuti (più o meno s'intende) e giù dal treno, camminare verso la fermata del tram, aspetterò il tram (dicono che ne passa uno ogni 7 minuti) e poi via sul tram per altri 20 minuti (sempre dicono) e poi giù dal tram e a piedi sino nell'ufficio.
E si inizia a lavorare.
Sostanzialmente in questo periodo mi sento così stanco che mi scivola tutto, non mi incazzo neanche più come prima sono lì, immobile, fisso, mi faccio calpestare da chiunque ne abbia voglia e rimango lì, li guardo tutti, senza espressione, quasi annoiato, disinteressato, come a dire di calpestarmi ancora un pò che non ne ho avuto abbastanza.
Calpestatemi pure non ho nessun problema.
Calpestatemi.

martedì, novembre 14, 2006

Una delle cose che mi piace di più al mondo è addormentarmi la sera nel letto abbracciato a mia moglie e svegliarmi la mattina seguente ancora lì, avvinghiato a lei o lei a me.
Questo ti fa pensare di avere passato la notte così, magari poi non è vero, ancora più bello è pensare che nel sonno inconsciamente ci si è staccati e poi ci si è riabbracciati, così come trasportati da un senso di bisogno, una necessità inconscia di sentirsi uniti anche fisicamente, anche quando gli occhi e la mente non ci conducono a chi si ama.
Tutto questo è un inno alla vita, come portare i cani nel bosco e vederli rincorrersi tra gli alberi, saltare e ancora correre, allontanarsi un pò da noi come per dimostrarci che sono grandi che possono andare lontano da noi per poi fermarsi a vista d'occhio e tornare un pò indietro ocme per dirci che comunque senza di noi non possono stare e noi senza di loro perchè li accarezziamo e li amiamo come se fossero nostri figli.
Questa è la mia vita quella che vorrei sempre avere con me, anche quando loro non ci sono.

lunedì, novembre 06, 2006

E' arrivato il fatidico giorno del mio ritorno lavorativo a Milano, oggi ho firmato la lettera di trasferimento di sede che passa dall'amata Ispra all'odiata Milano, che passa dalla terra dei laghi, del sole e dell'aria fresca alla terra dell'asfalto, del cielo grigio e dello smog, il tutto a poche decine di km, ebbene sì.
Ancora una settimana o poco più e si torna indietro, oggi ho avuto un bel assaggio di cosa mi aspetta, treno strapieno con relativo viaggio in piedi, confusione, urla, aria irrespirabile, pausa pranzo da incubo in un bar dove a malapena sentivo il mio collega seduto in fronte a me, ufficio immenso con 100 persone o più, non il mio piccolo ufficio con vista sulle montagne.
Dopo quasi 6 mesi di "vacanza" si torna nella città degli orrori, della gente grigia in volto e forse anche nell'anima.
L'unica speranza che mi rimane è che non sia per sempre, ci ho messo 10 anni per riuscire ad andarmene, vediamo quanto passerà ancora.
Per il momento si và, con tristezza ma si và poichè non si vive di sola aria fresca...

venerdì, novembre 03, 2006

Oggi è una di quelle giornate che non so se mi stanno andando bene o male, mi fanno invece male le orecchie, me le sento rimbombare dentro e la testa non mi fa male ma neanche bene, non sono a pezzi ma neanche in forma, non sono triste ma neanche felice.
Odio sentirmi così, meglio quando sono felice o incazzato nero, così non so come comportarmi mi riesce tutto più difficile.
Non leggo il giornale, non mi interesso di nulla, lavoro si ma senza convinzione, attendo stasera di tornare al calduccio di casa mia.
Oggi vorrei stare spento, stanotte ho sognato che ero morto ed ero una specie di angelo, vedevo gli altri ma loro non vedevano me, ero con i miei amici, nella via dove siamo cresciuti, piangevo come un pazzo vedendoli, volevo che anche loro mi potessero guardare e parlare come facevamo ai tempi in cui ero ancora vivo.
Che cosa vorrà dire non lo so, non mi interessa il significato di un sogno, è un sogno punto e basta.