La droga quello che ti dà se lo riprende con gli interessi, un bambino quello che ti prende te lo ridà con gli interessi.
Questo è il legame tra droga e bambino.
martedì, ottobre 30, 2012
sabato, ottobre 20, 2012
DEL MANGIAR CARNE (trattato sugli animali)
Consideriamo senz’altro assurda la convinzione di quanti affermano che
l’uso di mangiare carne abbia un’origine naturale. Che l’uomo non sia
carnivoro per natura, è provato in primo luogo dalla sua struttura
fisica.
Il corpo umano infatti non ha affinità con alcuna creatura formata per mangiare la carne: non possiede becco ricurvo, né artigli affilati, né denti aguzzi, né viscere resistenti e umori caldi in grado di digerire ed assimilare un pesante pasto a base di carne.
Invece, proprio per la levigatezza dei denti, per le dimensioni ridotte della bocca, per la lingua molle e per la debolezza degli umori destinati alla digestione, la natura esclude la nostra disposizione a mangiare carne.
Se però sei convinto di essere naturalmente predisposto a tale alimentazione, prova anzitutto a uccidere tu stesso l’animale che vuoi mangiare.
Ma ammazzalo tu in persona, con le tue mani, senza ricorrere ad un coltello, ad un bastone od a una scure.
Fà come i lupi, gli orsi ed i leoni, che ammazzano da sé quanto mangiano:
uccidi un bue a morsi od un porco con la bocca, oppure dilania un agnello od una lepre, e divorali dopo averli aggrediti mentre sono ancora vivi, come fanno le bestie.
Ma se aspetti che il tuo cibo sia morto e se la vita presente in quelle creature ti fa vergognare di goderne la carne, perché continui a mangiare contro natura gli esseri dotati di vita?
Al di là di tali considerazioni, non credi che sia una cosa straordinaria l’abitudine ad un comportamento umano? Chi farebbe infatti del male ad un uomo, se lui stesso è tanto mitemente ed umanamente disposto verso creature estranee e appartenenti ad una specie diversa?
Nulla turba comunque il nostro senso del pudore, non il fiorente aspetto di queste creature sventurate, non il fascino della loro voce armoniosa, non l’accortezza della loro mente, né la purezza del loro modo di vivere e la loro straordinaria intelligenza.
Invece, per un minuscolo pezzo di carne priviamo un essere vivente della luce del sole e del corso dell’esistenza, per cui esso è nato ed è stato generato. Per di più, crediamo che i suoni e le strida che gli animali emettono siano voci inarticolate, e non piuttosto preghiere, suppliche e richieste di giustizia.
Plutarco nato a Cheronea , in Beozia, tra Atene e Delfi nel 47 d.C. e morto nel 127 d.C.)
Il corpo umano infatti non ha affinità con alcuna creatura formata per mangiare la carne: non possiede becco ricurvo, né artigli affilati, né denti aguzzi, né viscere resistenti e umori caldi in grado di digerire ed assimilare un pesante pasto a base di carne.
Invece, proprio per la levigatezza dei denti, per le dimensioni ridotte della bocca, per la lingua molle e per la debolezza degli umori destinati alla digestione, la natura esclude la nostra disposizione a mangiare carne.
Se però sei convinto di essere naturalmente predisposto a tale alimentazione, prova anzitutto a uccidere tu stesso l’animale che vuoi mangiare.
Ma ammazzalo tu in persona, con le tue mani, senza ricorrere ad un coltello, ad un bastone od a una scure.
Fà come i lupi, gli orsi ed i leoni, che ammazzano da sé quanto mangiano:
uccidi un bue a morsi od un porco con la bocca, oppure dilania un agnello od una lepre, e divorali dopo averli aggrediti mentre sono ancora vivi, come fanno le bestie.
Ma se aspetti che il tuo cibo sia morto e se la vita presente in quelle creature ti fa vergognare di goderne la carne, perché continui a mangiare contro natura gli esseri dotati di vita?
Al di là di tali considerazioni, non credi che sia una cosa straordinaria l’abitudine ad un comportamento umano? Chi farebbe infatti del male ad un uomo, se lui stesso è tanto mitemente ed umanamente disposto verso creature estranee e appartenenti ad una specie diversa?
Nulla turba comunque il nostro senso del pudore, non il fiorente aspetto di queste creature sventurate, non il fascino della loro voce armoniosa, non l’accortezza della loro mente, né la purezza del loro modo di vivere e la loro straordinaria intelligenza.
Invece, per un minuscolo pezzo di carne priviamo un essere vivente della luce del sole e del corso dell’esistenza, per cui esso è nato ed è stato generato. Per di più, crediamo che i suoni e le strida che gli animali emettono siano voci inarticolate, e non piuttosto preghiere, suppliche e richieste di giustizia.
Plutarco nato a Cheronea , in Beozia, tra Atene e Delfi nel 47 d.C. e morto nel 127 d.C.)
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