La decisione di passare al vegetarismo (più materialmente di non mangiare cadaveri) è stata radicale, pianificata nel giro di un mese e messa in opera da un giorno all'altro ma ha origini molto lontane nel tempo.
La prima forma di repulsione verso l'alimentazione onnivora risale a circa 20 anni fa quando mi rifiutai di mangiare selvaggina reputando che gli animali di allevamento fossero gli unici adatti alla mia alimentazione, lasciando liberi quelli che lo erano già.
Questo discorso si protrae nel tempo per poi venir meno negli ultimi anni in cui mi sono lasciato andare ad ingordigia pura venendo a meno al mio principio.
Costante negli ultimi 15 anni il rifiuto totale e la condanna verso i Fast Food come fonte di distribuzione di cibo spazzatura e colpevoli dello spreco inammissibile che compiono quotidianamente.
Circa tre anni fa la decisione di non mangiare più carne di maiale, più che altro per una questione di salute, la carne di maiale è in assoluto la peggiore per l'organismo.
Nell'ultimo anno si aggiunge la decisione di non mangiare più carne rossa e da qui è partita la vera svolta, un progressivo disgusto verso tutto quello che è carne e pesce, quasi una nausea solo a sentire l'odore imperversava dentro di me.
Poi una continua informazione sulle condizioni degli animali e dello sfruttamento ai fini alimentari hanno definitivamente fatto esplodere in me la repulsione verso l'onnivorismo umano e l'olocausto di esseri viventi innocenti che l'uomo sta attuando.
Da questo nell'ottobre 2011 l'inizio dell'uomo nuovo che era nascosto in me, un uomo che per nutrirsi non peserà più sulle atrocità commesse quotidianamente ai danni di animali.
Questo è il mio punto di partenza.
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